martedì 23 luglio 2024

CONGO - EECO - BULLETIN 48

 

Autorité pédagogique pour accompagner 

par Uwimana Pelage


De nos jours, l’autorité a mauvaise presse. Elle brimerait la liberté individuelle et l’épanouissement personnel. Pourtant, l’autorité juste rend libre d’aimer et, par là même, de trouver le bonheur. En quoi l’autorité est-elle bonne ? Jésus parlait avec autorité, nous dit la Bible. 

 L’autorité est bonne, elle a été voulue par Dieu pour ordonner le monde.

 L’autorité est nécessaire au bon fonctionnement de la Création, elle permet à chaque créature de devenir libre, et ainsi de répondre avec élan à l’Amour Divin. « On peut fonder le pouvoir sur la menace, on ne peut fonder l’autorité que sur la confiance. », disait Saint Jean Bosco. 

Comprendre l’autorité, apprendre à l’exercer avec nos faiblesses humaines, permet de mieux appréhender l’autorité de Dieu, cette autorité pleine d’amour qui ne veut que le bonheur de sa créature désirée de toute éternité. 

Autorité et confiance sont intimement liées. “Je suis doux et humble de cœur”, dit le Christ, alors que scribes et pharisiens s’étonnent de son enseignement dispensé avec autorité. Autorité ne rime pas avec dureté. Le Christ s’est incarné dans une famille, probablement pour donner un lieu privilégié pour comprendre les réalités d’enhaut. 

En outre, l’autorité dépasse le lieu familial : l’autorité régit dans bien des domaines comme la vie scolaire, le monde de l’entreprise, du sport, de la politique, et de toute communauté. Le foyer chrétien et l’école restent les premiers lieux d’apprentissage d’une autorité exercée avec sagesse. ......

BULLETIN 48



venerdì 14 giugno 2024

POPE FRANCIS: A SHARED STYLE

 EN  - IT ]

SPEECH OF THE HOLY FATHER FRANCIS
TO PARTICIPANTS IN THE ANNUAL MEETING WITH I
MODERATORS OF THE FAITHFUL ASSOCIATIONS,
OF ECCLESIAL MOVEMENTS AND NEW COMMUNITIES
PROMOTED BY THE DEPARTMENT FOR THE LAITY, THE FAMILY AND LIFE

Aula del Sinodo
Giovedì, 13 giugno 2024

[Multimedia]

_ EN  - IT ]___

Eminenza, cari fratelli e sorelle, buongiorno e benvenuti tutti!

Sono contento di incontrarvi, e colgo l’occasione per riflettere con voi sulla sinodalità, che avete scelto come tema della vostra giornata di incontro. Più volte ho ripetuto che il cammino sinodale richiede una conversione spirituale, perché senza un cambiamento interiore non si raggiungono risultati duraturi. Il mio desiderio, infatti, è che, dopo questo Sinodo, la sinodalità rimanga come modo di agire permanente nella Chiesa, a tutti i livelli, entrando nel cuore di tutti, pastori e fedeli, fino a diventare uno “stile ecclesiale” condiviso. Tutto ciò, però, richiede un cambiamento che deve avvenire in ognuno di noi, una vera e propria “conversione”.

È stato un cammino lungo. Pensate che il primo che ha visto che c’era bisogno della sinodalità nella Chiesa latina è stato San Paolo VI, quando dopo il Concilio ha creato il Segretariato per il Sinodo dei Vescovi. La Chiesa orientale aveva conservato la sinodalità, invece la Chiesa latina l’aveva persa. È stato San Paolo VI ad aprire questa via. E oggi, a quasi 60 anni, possiamo dire che la sinodalità è entrata nel modo di agire della Chiesa. La cosa più importante di questo Sinodo sulla sinodalità non è tanto trattare questo problema o quell’altro. La cosa più importante è il cammino  parrocchiale, diocesano e universale nella sinodalità.

E nell’ottica di questa conversione spirituale provo ora a indicare alcuni atteggiamenti, alcune “virtù sinodali”, che possiamo desumere dai tre annunci della Passione nel Vangelo di Marco (cfr 8,31; 9,31; 10,32-34): pensare secondo Diosuperare ogni chiusura e coltivare l’umiltà.

Primo: pensare secondo Dio. Dopo il primo annuncio della Passione, l’Evangelista ci riferisce che Pietro rimprovera Gesù. Proprio lui, che doveva essere di esempio e aiutare gli altri discepoli ad essere pienamente a servizio dell’opera del Maestro, si oppone ai piani di Dio, rifiutandone la passione e la morte. E Gesù gli dice: «Tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini» (Mc 8,32).

Ecco il primo grande cambiamento interiore che ci viene chiesto: passare da un “pensiero solo umano” al “pensiero di Dio”. Nella Chiesa, prima di prendere ogni decisione, prima di iniziare ogni programma, ogni apostolato, ogni missione, dovremmo sempre chiederci: cosa vuole Dio da me, cosa vuole Dio da noi, in questo momento, in questa situazione? Quello che io ho in mente, quello che noi come gruppo abbiamo in mente, è veramente il “pensiero di Dio”? Ricordiamoci che il protagonista del cammino sinodale è lo Spirito Santo, non noi. Lui solo ci insegna ad ascoltare la voce di Dio, individualmente e come Chiesa.

Dio è sempre più grande delle nostre idee, è più grande della mentalità dominante, delle “mode ecclesiali” del momento, anche del carisma del nostro particolare gruppo o movimento. Perciò, non diamo mai per scontato di essere “sintonizzati” con Dio: cerchiamo piuttosto sempre di elevarci al di sopra di noi stessi per convertirci a pensare secondo Dio e non secondo gli uomini. Questa è la prima grande sfida. Pensare secondo Dio. Pensiamo a quel passo del Vangelo quando il Signore annuncia la Passione e Pietro si oppone. Cosa dice il Signore? “Tu non sei secondo Dio, tu non pensi secondo Dio”.

Secondo: superare ogni chiusura. Dopo il secondo annuncio della Passione, Giovanni si oppone a un uomo che praticava un esorcismo nel nome di Gesù, ma non era della cerchia dei discepoli: «Volevamo impedirglielo – afferma – perché non ci seguiva!» (Mc 9,38). Gesù non approva questo suo atteggiamento e gli dice: «Chi non è contro di noi è per noi» (Mc 9,40); poi invita tutti gli Apostoli a vigilare piuttosto su sé stessi, per non essere occasione di scandalo per gli altri (cfr Mc 9,42-50).

Stiamo attenti per favore alla tentazione del “cerchio chiuso”. I Dodici erano stati scelti per essere il fondamento del nuovo popolo di Dio, aperto a tutte le nazioni della terra, ma gli Apostoli non colgono questo orizzonte grande: si ripiegano su sé stessi e sembrano voler difendere i doni ricevuti dal Maestro – guarire i malati, cacciare i demoni, annunciare il Regno (cfr Mc 2,14) – come se fossero dei privilegi.

E questa è una sfida anche per noi: non andare al di là di quello che pensa la nostra “cerchia”, essere convinti che quello che facciamo noi vada bene per tutti, difendere, magari senza rendersene conto, posizioni, prerogative o prestigio “del gruppo”. Oppure lasciarsi bloccare dalla paura di perdere il proprio senso di appartenenza e la propria identità, per il fatto di aprirsi ad altre persone e ad altri modi di pensare, senza riconoscere la diversità come una opportunità, e non una minaccia. Sono, questi, “recinti” nei quali tutti rischiamo di rimanere prigionieri. State attenti: il proprio gruppo, la propria spiritualità, sono realtà per aiutare a camminare con il Popolo di Dio, ma non sono privilegi, perché c’è il pericolo di finire imprigionati in questi recinti.

La sinodalità ci chiede invece di guardare oltre gli steccati con grandezza d’animo, per vedere la presenza di Dio e la sua azione anche in persone che non conosciamo, in modalità pastorali nuove, in ambiti di missione in cui non ci eravamo mai impegnati prima; ci chiede di lasciarci colpire, anche “ferire” dalla voce, dall’esperienza e dalla sofferenza degli altri: dei fratelli nella fede e di tutte le persone che ci stanno accanto. Aperti, cuore aperto.

Infine, terzo: coltivare l’umiltà. Dopo il terzo annuncio della Passione, Giacomo e Giovanni chiedono posti di onore accanto a Gesù, che invece risponde loro invitando tutti a considerare vera grandezza non l’essere servito, ma il servire, l’essere servitore di tutti, perché Lui stesso è venuto a fare così (cfr Mc 10,44-45).

Comprendiamo qui che la conversione spirituale deve partire dall’umiltà, che è la porta d’ingresso di tutte le virtù. A me fa tristezza quando trovo cristiani che si vantano: perché io sono prete da qui, o perché sono laici da là, perché io sono di questa istituzione… Questa è una cosa brutta. L’umiltà è la porta, è l’inizio. E anche questo ci spinge a interrogarci: ma io cosa cerco davvero nei rapporti con i miei fratelli di fede? Perché porto avanti certe iniziative nella Chiesa? E se ci accorgiamo che in qualche modo ha fatto breccia in noi un po’ di orgoglio, o di superbia, allora domandiamo la grazia di tornare a convertirci all’umiltà. Solo gli umili, infatti, compiono cose grandi nella Chiesa, perché chi è umile ha basi solide, fondate sull’amore di Dio, che non viene mai meno, e perciò non cerca altri riconoscimenti.

E anche questa tappa della conversione spirituale è fondamentale per edificare una Chiesa sinodale: solo la persona umile infatti valorizza gli altri, e ne accoglie il contributo, i consigli, la ricchezza interiore, facendo emergere non il proprio “io”, ma il “noi” della comunità. A me fa dolore quando troviamo cristiani…, in spagnolo diciamo “yo me mí conmigo para mí ”, “io me mi con me per me”. Questi cristiani “al centro”. È triste. È l’umile che difende la comunione nella Chiesa, evitando le spaccature, superando le tensioni, sapendo mettere da parte anche le proprie iniziative per contribuire a progetti condivisi, e questo perchè nel servire trova gioia e non frustrazione o rancore. Vivere la sinodalità, ad ogni livello, è davvero impossibile senza umiltà.

E voglio dire un’altra volta, sottolineare il ruolo dei movimenti ecclesiali. I movimenti ecclesiali sono per il servizio, non per noi stessi. È triste quando si sente che “io appartengo a questo, all’altro, all’altro”, come se fosse una cosa superiore. I movimenti ecclesiali sono per servire la Chiesa, non sono in sé stessi un messaggio, una centralità ecclesiale. Sono per servire.

Spero che questi pensieri vi siano utili per il vostro cammino, nelle vostre associazioni e movimenti, nelle relazioni con i Pastori e con tutte le realtà ecclesiali; e mi auguro che questo incontro e altri momenti simili vi aiutino a valorizzare i rispettivi carismi in una prospettiva ecclesiale, per dare il vostro generoso e prezioso contributo all’evangelizzazione, alla quale tutti noi siamo chiamati.

Sempre guardate questo: la mia appartenenza è al movimento ecclesiale, è all’associazione o è alla Chiesa? È nel mio movimento, nella mia associazione per la Chiesa, come uno “stadio” per aiutare la Chiesa. Ma i movimenti chiusi vanno cancellati, non sono ecclesiali.

Vi benedico, andate avanti! E, per favore, pregate per me. A favore!


In the photos: The Holy Father meets the Ecclesiastical Assistant and the President of UMEC-WUCT, Archbishop Dollmann and prof. De Groof

mercoledì 12 giugno 2024

STYLE ET COMPETENCES D'UN ENSEIGNANT CATHOLIQUE

    


QUELQUES REFLEXIONS


-     par Giovanni Perrone

Je pense à la pédagogie de l’Evangile. L’enseignant catholique est, primairement, témoin de l’Evangile, soi dans l’école catholique, soit dans l’école laïque.

        Jésus a choisi d’aller sur les routes de la Palestine. L’enseignant doit être un homme qui sait marcher sur les routes du monde. Marcher, c'est-à-dire, savoir mettre soi-même en discussion, savoir interagir avec les hommes et les lieux, avec le savoir et les cultures, orienter soi même et les autres, pour ne se perdre, ne faire pas perdre les autres. Un homme qui sait lire le monde et l’histoire du monde pour diriger soi-même et les autres envers le futur. Un homme en dialogue avec soi-même, les hommes, les cultures, le monde entier ; sens préjugé. Il fait cela sans perdre son identité, sens utiliser son identité pour opprimer les autres. Dans l’école et dans la société il témoigne, avec cohérence et humilité, les valeurs de l’Evangile. In ne se célèbre pas lui-même, mais célèbre l’amour de Dieu.

Il sait construire des chemins de dialogue et de paix. Il est toujours prêt à accueillir tout le monde avec un sourire sincère et encourageant, et un cœur ouvert.

      Jésus était toujours conscient de sa mission, d’être envoyé par le Père pour sauver l’homme.

       L’enseignant catholique doit être toujours conscient et content de sa mission culturelle. Il n’est pas « damnatus ad pueros » (condamné à travailler avec les enfants), mais expert dans la transformation des objets culturels   en objets culturels scolastiques. Il est engagé à aider les élèves à reconstruire des savoirs sélectionnés et qui sont reconnus par la société.

Il est capable d’organiser des sentiers et des instruments d’apprentissage pour soi-même et pour les élèves et il est responsable de la qualité des apprentissages.

Particulièrement il est capable d’aider les élèves plus faibles, plus pauvres culturellement et socialement. Il est capable de favoriser dans sa classe et dans l’école des rapports positives, de solidarité pour un bon climat pédagogique. Le travail en group, la créativité, la réflexivité, l’évaluation du travail scolaire et de la manière de vivre les valeurs dans la quotidienneté, la coopération, l’engagement pour améliorer soi-même et les autres, la joie de travailler ensemble et de travailler bien pour obtenir des positifs résultats, la responsabilité, l’amour pour la vie doivent être les caractéristiques de la classe géré par un enseignant catholique et de l’école ou il travaille.

Il connaît la pédagogie, la psychologie et la didactique et il sait choisir les méthodes plus adaptes pour assurer à chaque élève un bon apprentissage.

Il aime la vie, la culture et l’apprentissage. Pour ça il cure sa formation humaine, cultural, spirituel, pédagogique et méthodologique. Il est responsable de sa formation continue et il sait choir les bonnes occasions et les bons lieux de formation.

     Jésus était toujours pré à accueillir les autres. L’enseignant catholique est l’homme de l’accueil, de la disponibilité, de l’espoir, de l’optimisme.  Il sait organiser et gérer des sentiers pour faire grandir les élèves dans ces vertus.

     Jésus savait écouter et parler. Il savait parler avec simplicité (en utilisant la culture et le langage des auditeurs) de grandes choses. L’enseignant doit être disponible à l’écoute et au dialogue, avec les élèves, avec les autres enseignants, avec les parents, avec les responsables de la société. Il doit connaître et utiliser des façons et des langages adaptes pour se faire comprendre. Façons et langages qui sont toujours animés par l’amour. L’enseignant est témoin de l’amour de Dieu pour les hommes. En fait, « Dieu a exigé de nous l’amour de l’amour » (Levinas)

      Jésus savait prendre en charge ses compagnons de route et les conduire (comme un frère plus grand) sur les sentiers du monde, envers de buts de grande valeur et il a su faire apprécier ces buts et donner les compétences nécessaires pour les rejoindre. L’enseignant catholique sait accompagner et valoriser les élèves, sans perdre aucun (le bon berger) et en l’aidant à devenir des hommes compétents, responsables et autonomes.

Il connaît les buts de l’école et il sait que l’éducation et  l’apprentissage sont le premier buts, un enseignement qui donne à chacun élève la capacité d’apprendre pour toute la vie, d’interagir positivement avec le monde entier, et de rendre un bon service à la société.

       Et enfin, Jésus savait se retirer dans la solitude pour prière, pour réfléchir. L’enseignant sait chercher et trouver des espaces de silence, de réflexivité et sait prier pour ses élèves, pour ses collègues, pour les besoins du monde. Il sait bien que sens l’aide de Dieu son travail est vanisé.


giovedì 6 giugno 2024

FREEDOM TO SERVE

 The Holy Spirit makes us truly free

 

Basing his reflection

 on the Hebrew word 

for “Spirit”, 

Pope Francis explains 

that the Third Person of the Trinity 

is able to make us truly free.

 

-By Christopher Wells

 

Pope Francis began his catechesis on Wednesday with a reflection on the Name of the Holy Spirit, which is revealed in the Old Testament as Ruach, a Hebrew word meaning “breath, wind, or puff of air.”

This word, he said, contains “the first fundamental revelation about the Person and function of the Holy Spirit.”

Recalling the “roar of rushing wind” that accompanied the descent of the Holy Spirit at Pentecost, the Pope explained that the name Ruach expresses the “power” of the Holy Spirit, which like the wind is “an overwhelming and indomitable force… capable even of moving oceans.”

The freedom of the Holy Spirit

But “to discover the full meaning of the realities of the Bible,” the Pope continued, it is necessary to go beyond the Old Testament “and come to Jesus,” who emphasizes the freedom of the Spirit: “The wind blows where it wishes, and you hear its sound, but you do not know where it comes from or where it goes. So it is with everyone who is born of the Spirit.”

Like the wind, that cannot “be bridled, ‘bottled up,’ or put in a box, the Holy Spirit cannot be reduced to “concepts, definitions, theses, or treatises,” nor enclosed within “canons, institutions, or definitions.” The Spirit “creates and animates institutions, but cannot be ‘institutionalized’,” the Pope said.

Freedom to serve

At the same time, Pope Francis said, the freedom of the Spirit is not “a freedom to do what one wants, but the freedom to freely do what God wants!” This, he explained, “is a freedom that expresses itself in service, which appears to be the opposite, but is

Following St Paul, who exhorts Christians not to allow their freedom to become a pretext for the flesh, Pope Francis denounced the false freedom “that allows the rich to exploit the poor, the strong to exploit the weak, and everyone to exploit the environment with impunity.”

Pope Francis concluded his address by pointing out that the true freedom of the Spirit must come from Jesus, and inviting everyone to pray that, Jesus might make us “through His Holy Spirit, truly free men and women.”

 Vatican News

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POPE'S SPEECH

[AR - DE - EN - ES - FR - HR - IT - PL - PT]



 

giovedì 30 maggio 2024

CONTEPLACIÓN EN LUGAR DE POSESIÓN


[AR - DE - EN - ES - FR - HR - IT - PL - PT] 

El Papa: La humanidad sigue causando estragos en la creación

Catequesis de Francisco reflexionando sobre la intervención del Espíritu Santo desde la creación y en la transformación de los corazones llevando armonía y orden donde antes había oscuridad y confusión.

 -Adriana Masotti - Ciudad del Vaticano

 “El Espíritu y la Esposa. El Espíritu Santo guía al pueblo de Dios hacia Jesús, nuestra esperanza": este es el tema del nuevo ciclo de catequesis que Francisco ofrecerá a los fieles, a partir de hoy, en la audiencia general de los miércoles, recorriendo las tres grandes etapas de la historia de la salvación: el Antiguo Testamento, el Nuevo Testamento y el tiempo de la Iglesia, la Esposa. «Manteniendo siempre la mirada fija en Jesús”

Del caos al cosmos

El punto de partida de la primera reflexión de hoy en la Plaza de San Pedro es la acción del Espíritu Santo según el Antiguo Testamento descrita así en el Génesis: «En el principio creó Dios los cielos y la tierra. La tierra estaba informe y desierta y las tinieblas cubrían el abismo y el Espíritu de Dios se cernía sobre las aguas». El Papa comenta:  El Espíritu de Dios se nos presenta como la fuerza misteriosa que hace pasar al mundo de su estado inicial informe, desierto y sombrío, a su estado ordenado y armonioso. Porque el Espíritu hace la armonía, la armonía en la vida, la armonía en el mundo. En otras palabras, es Él quien hace la transición del caos al cosmos, es decir, de la confusión a algo bello y ordenado.

La creación sufre a causa del pecado de la humanidad

De la intervención del Espíritu en la creación del mundo, pasamos en el Nuevo Testamento a una presencia que, como afirma un Salmo, renueva la faz de la tierra. El Apóstol Pablo, dice el Papa, introduce entonces un nuevo elemento en la relación entre el Espíritu y la creación cuando habla de un universo que «gime y sufre como con dolores de parto», que sufre a causa del hombre.

Es una realidad que nos concierne de cerca y dramáticamente. El Apóstol ve la causa del sufrimiento de la creación en la corrupción y el pecado de la humanidad que la ha arrastrado a su alejamiento de Dios. Esto sigue siendo tan cierto hoy como entonces. Vemos los estragos que la humanidad ha causado y sigue causando en la creación, especialmente en aquella parte de ella que tiene mayor capacidad para explotar sus recursos.

El Pontífice cita a San Francisco como el que nos muestra «el camino de la contemplación y de la alabanza» para restaurar la armonía original. «Se trata -explica el Papa- de anteponer la alegría de contemplar a la alegría de poseer. Y nadie se ha alegrado más de las criaturas que Francisco de Asís, que no quería poseer ninguna».

El Espíritu nos da un corazón nuevo

Así como el Espíritu Creador transformó al principio «el caos en cosmos», así también, dice el Papa, quiere obrar una transformación en cada uno de nosotros, transformando nuestro corazón, tan semejante a «aquel abismo desierto y oscuro» descrito en el Génesis.

En él se agitan sentimientos y deseos opuestos: los de la carne y los del espíritu. Todos somos, en cierto sentido, ese «reino dividido en sí mismo» del que habla Jesús en el Evangelio. A nuestro alrededor podemos decir que hay un caos externo, un caos social y un caos político: pensemos en las guerras, pensemos en tantos niños que no tienen qué comer, en tantas injusticias sociales; éste es el caos externo. - Pero también hay un caos interior: el interior de cada uno de nosotros. No se puede curar el primero si no se empieza a curar el segundo.

Por eso, dice Francisco, la Iglesia siempre ha invocado la presencia del Espíritu Santo, poniendo en los labios de los creyentes el grito: «¡Ven, Espíritu Creador! Visita nuestras mentes", y concluye: “Pidamos al Espíritu Santo que venga a nosotros y nos haga personas nuevas, con la novedad del Espíritu”.


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UMEC WUCT COUNCIL 2024 -




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WORLD COUNCIL OF THE UNION

NOVEMBER 2024

You are invited to participate

 

The annual meeting of the Council of the World Union of Catholic Teachers will be held in Chile from 11 to 15 November (with the possibility of staying until the 18th in order to also participate in cultural and tourist visits). The program is very interesting and includes the presence of various representatives of the Church and of university and educational institutions in Latin America.

The Council is open not only to representatives of the institutions belonging to the Union, but also to other colleagues.

To participate it is necessary to send the registration form as soon as possible, to guarantee the possibility of participating and keeping costs low.

Attached is the invitation letter, the programme, costs and other organizational information.

For further information write to: umec.wuct@gmail.com  or to the UMEC-WUCT representative   for Latin America: msandovla@gmail.com

ATTACHMENTS



 

CONSEIL MONDIAL DE L'UNION

NOVEMBRE 2024

Vous êtes invités à participer

La réunion annuelle du Conseil de l'Union Mondiale des Enseignants Catholiques se tiendra au Chili du 11 au 15 novembre (avec possibilité de rester jusqu'au 18 pour participer également à des visites culturelles et touristiques). Le programme est très intéressant et prévoit la présence de divers représentants de l'Église et des institutions universitaires et éducatives d'Amérique Latine.

Le Conseil est ouvert non seulement aux représentants des institutions appartenant à l'Union, mais également à d'autres collègues.

Pour participer, il est nécessaire d'envoyer le formulaire d'inscription le plus tôt possible, afin de garantir la possibilité de participer et de maintenir les coûts à un niveau bas.

Ci-joint la lettre d'invitation, le programme, les coûts et d'autres informations organisationnelles.

Pour plus d'informations, écrivez à : umec.wuct@gmail.com  ou au représentant de l'UMEC-WUCT pour l'Amérique latine : msandovla@gmail.com

Pièces jointes

 

CONSEJO MUNDIAL DE LA UNIÓN

NOVIEMBRE 2024

Este invitado a participar

 

La reunión anual del Consejo de la Unión Mundial de Maestros Católicos se realizará en Chile del 11 al 15 de noviembre (con posibilidad de permanecer hasta el 18 para participar también de visitas culturales y turísticas). El programa es muy interesante y cuenta con la presencia de diversos representantes de la Iglesia y de instituciones universitarias y educativas de América Latina.

El Consejo está abierto no sólo a los representantes de las instituciones pertenecientes a la Unión, sino también a otros colegas.

Para participar es necesario enviar el formulario de inscripción lo antes posible, para garantizar la posibilidad de participar y mantener los costos bajos.

Adjunto se encuentra la carta de invitación, el programa, costos y demás información organizativa.

Para mayor información escribir a: umec.wuct@gmail.com  o al representante de UMEC-WUCT para Latinoamérica: msandovla@gmail.com

 ARCHIVOS ADJUNTOS

 

CONSIGLIO MONDIALE DELL’UNIONE

NOVEMBRE 2024

Siete invitati a partecipare

Si terrà in Cile l’annuale incontro del Consiglio dell’Unione Mondiale degli Insegnanti Cattolici, dall’11 al 15 novembre (con possibilità di restare ancora sino al 18 al fine di partecipare anche a visite culturali e turistiche) . Il programma è molto interessante e prevede la presenza di vari rappresentanti della Chiesa e delle istituzioni universitarie e scolastiche dell’America Latina.

Il Consiglio è aperto non solo ai rappresentati delle istituzioni aderenti all’Unione, ma anche a altri colleghi.

Per partecipare è necessario inviare al più presto il modulo di iscrizione, per garantirvi la possibilità di partecipare e il contenimento dei costi..

In allegato la lettera di invito, il programma, i costi, altre notizie organizzative.

Per altre informazioni scrivere a: umec.wuct@gmail.com o al rappresentante UMEC-WUCT  (umec.wuct@gmail.com) per l’America Latina:   msandovla@gmail.com

 ALLEGATI


 

 

martedì 28 maggio 2024

EDUCATION, CITOYENNETE', SUBSIDIARITE'

 


AU CŒUR 

DE NOTRE MISSION

 D’ENSEIGNANT 

ET 

D’EDUCATEUR

UMEC/WUCT


Foto: 

Mme Isabelle Chaperon,  présidente du CCIC, et p. Albert Kabuge,delegué UMEC-WUCT


-par Albert Kabuge

Au nom de l’organisation de l’Union Mondiale des Enseignants Catholiques-UMEC/WUCT, nous venons de participer au Colloque tenu ce lundi, 27 mai 2024 au Conseil de l’Europe à Strasbourg sur le thème « Education, Citoyenneté, Subsidiarité » Le colloque a été ténu sous le patronage de Madame Marija PEJČINOVIĆ BURIĆ, Secrétaire Générale du Conseil de l’Europe.

« Ce colloque fait suite à deux autres, organisés au Conseil de l’Europe par les mêmes OING et en lien étroit avec l’enseignement catholique : « Citoyenneté, Éducation, Spiritualité » le 12 mars 2013 et « Dialogue interculturel, apprentissage de la citoyenneté et de la démocratie – Pratique des écoles catholiques » le 17 janvier 2019. Ce troisième colloque, a permis de développer le rôle des OING dans les domaines de l’éducation et de la citoyenneté, non seulement auprès du Conseil de l’Europe à Strasbourg, mais aussi auprès de l’UNESCO à Paris, de l’Union européenne à Bruxelles et de l’ONU, à Genève. Et Mr Laurent Grégoire a présenté des applications du principe de subsidiarité, introduit par Johannes Althusius en 1603 aux applications actuelles[1].

1» Ces assises nous ont permis d’appréhender l’importance de continuer ce chemin de l’éducation dans le monde actuel qui nous appelle à la patience, à la confiance. Avant de débuter le Colloque, nous avons eu l’occasion de prendre connaissance du Conseil de l’Europe qui est la principale organisation de défense des droits de l’homme du continent. Il comprend 46 Etats membres, dont l’ensemble des membres de l’Union Européenne et qui représentent 700 millions de citoyens. Ces Etats membres du Conseil de l’Europe ont signé la Convention européenne des droits de l’homme, un traité visant à protéger les droits de l’homme, la démocratie et l’Etat de droit[2]

2 . Mgr Marco Ganci, observateur permanent du Saint-Siège auprès du Conseil de l’Europe a ouvert ce colloque en encourageant les participants à bien s’impliquer avec ces trois thèmes « Education, Citoyenneté et Subsidiarité » qui sont d’actualité au Conseil de l’Europe et il a insisté sur le rôle de la Communauté éducative et de la famille comme des espaces importants de l’Education et l’implication des organisations intermédiaires pour une citoyenneté responsable.

Les moments de présentation des conférences, les échanges et partage guidés par Mr Laurent Grégoire, président de l’OCIPE et secrétaire général de l’OING UNAEC-Europe nous ont éclairés par les synthèses et nous retenons certaines pistes d’orientations avec quelques thèmes traités :

- Encourager et amener les jeunes aux participations dans les choix et décisions car ils sont sujets de leur situation et ils sont les citoyens de demain.

- Il est important de soutenir le réengagement citoyen pour une démocratie participative, il serait souhaitable de créer les assemblées citoyennes.

- Nous avons été interpellés sur l’Education à la citoyenneté et l’espérance dans l’Education, il faudra encourager l’Education dynamique, à des postures, au service, au droit (international et global)

- Les éducateurs d’aujourd’hui sont appelés à prendre en considération l’évolution du monde actuel, penser à l’intelligence artificielle et l’éducation, vers un usage responsable. Et réfléchir sur la liberté d’enseignement et sur l’éducation pour une Europe plus humaine.

- La subsidiarité nous as conduit à comprendre l’alliance entre les parents et les enseignants, pour ainsi créer cet esprit de complémentarité pour une éducation à la citoyenneté responsable.

Ce temps vécu ensemble pour ce colloque fait un retour en nous comme Umec-Wuct, et qui nous invite à vivre une double Mobilité Educationnelle : « Être en mesure de faire un saut intérieur pour revoir notre pensée sur l’éducation traditionnelle et extérieur, faire un effort de s’adapter aux signes du temps avec les multiples nouveautés dans l’aujourd’hui en tenant compte de l’être humain. »

L’Union Mondiale des Enseignants Catholiques, par son Président Jan De Groof, tient à remercier et féliciter les organisateurs de ce Colloque par Mr Laurent Grégoire, le Conseil de l’Europe de l’UNAEC-Europe ; les intervenants ; madame Isabelle Chaperon, la présidente du CCIC qui nous a sensibilisés pour la participation.

Pour nous membres de l’UMEC, participer à ce Colloque à Strasbourg est une invitation et un appel à marcher tout en ayant à cœur cette triple attention sur « l’Education, la Citoyenneté et la Subsidiarité – ECS » pour un monde meilleur dans lequel la paix se vit par des gestes concrets dans le quotidien par une Education Sans Limite.

Ainsi pour nous UMEC-WUCT « Education, Citoyenneté, Subsidiarité » sont au Cœur de notre Mission d’Enseignant et d’Educateur.

 

*Membre de l’UMEC,  Représentant au Colloque de Strasbourg du 27 Mai 2024



[1]Lettre d’invitation de Cofaec

[2] Le dépliant « Le Conseil de l’Europe » et la suite sur le site pour connaître encore plus : www.coe.int


mercoledì 22 maggio 2024

HUMILITY and ARROGANCE

 Pope at Audience: Humility essential for Christian life, brings world peace.


Concluding his General Audience cycle of catechesis on the virtues, 

Pope Francis speaks about the virtue of humility 

as we acknowledge that we are creatures of God and strive to live accordingly.


[AR - DE - EN - ES - FR - HR - IT - PL - PT]

 

-By Thaddeus Jones

 Pope Francis explained how humility is key to Christian life and helps bring peace to the world and harmony in the Church. Humility marked the theme of his Wednesday General Audience held in Saint Peter's Square and the conclusion of his cycle of catecheses on the virtues. The Pope illustrated how humility is at the foundation of Christian life as we "acknowledge that we are creatures of God and strive to live accordingly."

 Restoring all through humility

Humility is the "great antagonist of the most mortal of sins, namely arrogance," the Pope began, and whereas pride and arrogance make us think we are greater than we are, "humility restores everything to its correct dimension: we are wonderful creatures, but we are limited, with qualities and flaws." The Pope recalled how the Bible reminds us "we are dust, and to dust we shall return" (cf. Gen 3:19), and we must be on guard against the danger the "delirium of omnipotence" that can often arise in the human heart.

 Breaking free of arrogance

Contemplating a starry sky, the mystery and grandeur creation can help free ourselves of arrogance, the Pope went on to say, as we can only be overcome with awe and wonder at the beauty of God's creation, as the Psalmist says, “When I look at thy heavens, the work of thy fingers, the moon and the stars which thou hast established; what is man that thou art mindful of him, and the son of man that thou dost care for him?” (Psalm 8:3-4).

 The Pope recalled how in the Beatitudes, Jesus starts with the humble, “Blessed are the poor in spirit, for theirs is the kingdom of Heaven” (Mt 5:3), followed by the meek, merciful, pure of heart, all stemming from a "inner sense of smallness."

 Following the example of Jesus and Mary

The life of the Blessed Virgin Mary shines with her humility seen not only in her joyful acceptance of the Lord’s will, but also in charity toward her cousin Elizabeth, the Pope explained. We see her humility in her perseverance beneath the cross and her prayerful presence among the Apostles in the Upper Room, as they awaited the outpouring of the Holy Spirit, he added.

 “May Mary's example and powerful intercession help us to overcome our temptations to pride, to follow humbly in the footsteps of Jesus, and to bear witness to the joy and peace of his Kingdom.”

 In conclusion, the Pope emphasized that humility brings peace in the world and in the Church, and where humility is lacking, there is war, discord and division. He said God has given us the example of humility in Jesus and Mary for our salvation and happiness,  "and humility is precisely the way, the path to salvation."

 

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