One of the key words of Pope Francis' message in his invitation to the Global Compact on Education is "dialogue"...
«Our world has become a global village with multiple processes of interaction, where every person belongs to humanity and shares the hope of a better future with the entire family of peoples. At the same time, unfortunately, there are so many forms of violence, poverty, exploitation, discrimination, marginalization –restrictive approaches to fundamental liberties that create a disposable culture. In this context the Catholic educational institutes are called, in the front line, to practice the grammar of dialogue that forms to encounter and appreciation of the cultural and religious diversities. Dialogue, in fact, educates when a person relates with respect, esteem, sincerity in listening and expresses himself with authenticity, without obfuscating or mitigating his identity nourished by evangelical inspiration. We are encouraged by the conviction that the new generations, educated in a Christian way to dialogue, will come out of the school and university classrooms motivated to build bridges and, hence, to find new answers to the many challenges of our time. In a more specific sense, the schools and universities are called to teach a method of intellectual dialogue geared to the search for truth. Saint Thomas was and still is teacher in this method, which consists in taking the other, the interlocutor, seriously, seeking to thoroughly understand his reasons, his objections, to be able to respond not superficially but in an appropriate way. Only thus can we truly advance together in knowledge of the truth».
Pope Francis
Una delle parole chiave del
messaggio di Papa Francesco nell'invito al Global Compact on Education è
"dialogo".
«Il nostro mondo è
diventato un villaggio globale con molteplici processi di interazione, dove
ogni persona appartiene all’umanità e condivide la speranza di un futuro
migliore con l’intera famiglia dei popoli. Nello stesso tempo, purtroppo, ci
sono tante forme di violenza, povertà, sfruttamento, discriminazione,
emarginazione, approcci restrittivi alle libertà fondamentali che creano una
cultura dello scarto. In tale contesto gli istituti educativi cattolici sono
chiamati in prima linea a praticare la grammatica del dialogo che forma all’incontro e alla valorizzazione delle diversità
culturali e religiose. Il dialogo, infatti, educa quando la persona si
relaziona con rispetto, stima, sincerità d’ascolto e si esprime con
autenticità, senza offuscare o mitigare la propria identità nutrita
dall’ispirazione evangelica. Ci incoraggia la convinzione che le nuove
generazioni, educate cristianamente al dialogo, usciranno dalle aule
scolastiche e universitarie motivate a costruire ponti e, quindi, a trovare
nuove risposte alle molte sfide del nostro tempo. In senso più specifico, le
scuole e le università sono chiamate ad insegnare un metodo di dialogo intellettuale
finalizzato alla ricerca della verità. San Tommaso è stato ed è tuttora maestro
in questo metodo, che consiste nel prendere sul serio l’altro, l’interlocutore,
cercando di cogliere fino in fondo le sue ragioni, le sue obiezioni, per poter
rispondere in modo non superficiale ma adeguato. Solo così si può veramente
avanzare insieme nella conoscenza della verità».
Papa Francesco
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