lo sport è
arte dell’incontro nella maratona della vita
Su
L’Osservatore Romano l’intervista al cardinale prefetto del Dicastero per la
Cultura e l’Educazione in vita della Giornata Onu dello sport per la pace e lo
sviluppo: non è un’esperienza solo tecnica e agonistica ma integrale, perché il
fisico non è disgiunto dalle altre dimensioni dell’interiorità umana
Lo
sport, veicolo di umanità, valori e cultura. Tortu: la forza è nel lavoro di
squadra
di Giampaolo
Mattei
In occasione
della Giornata internazionale dello sport per la pace e lo sviluppo, indetta
per il 6 aprile dalle Nazioni Unite, il cardinale José Tolentino de Mendonça,
prefetto del Dicastero per la cultura e l’educazione, presenta, in questa
intervista, la “visione sportiva” della Santa Sede.
Nella
Costituzione apostolica Praedicate Evangelium Papa Francesco fa riferimento
allo sport, nell’articolo 154, affidandone la cura al Dicastero per la cultura
e l’educazione. Una novità che assegna allo sport un valore particolare.
È molto
significativo il riconoscimento che il Papa fa dello sport, non solo come una
attività ludica, capace di unire milioni di persone di tutte le età e
provenienza culturale, ma soprattutto come una grande esperienza dell’umano.
Dentro lo sport c’è un’esperienza non solo fisica, tecnica, agonistica. Ma
anche un’esperienza veramente integrale, perché quando una persona si allena
fisicamente non può farlo se non cura, allo stesso tempo, altre dimensioni
della sua interiorità, della sua stessa vita. Se non fa un ascolto in
profondità di quello che realmente egli è. Papa Francesco ha colto in tutta la
profondità questo messaggio e lo vediamo nell’importanza, ripetuta, che egli
attribuisce allo sport e anche nella costituzione, nel suo pontificato, di
Athletica Vaticana.
Lo sport è
cultura ed è una grande scuola di vita.
Oggi noi
riconosciamo che lo sport è una espressione culturale. C’è la bellissima tesi
secondo la quale la civiltà è nata dall’attenzione agli altri. È nata dalla
cura per gli altri. Quando, cioè, dal non essere attenta agli altri, se non
anche da feroce competitore per la sopravvivenza, l’umanità ha cominciato
questa lunga traiettoria di solidarietà e di attenzione ai più deboli: lì, in
quel momento, è nata la cultura. Altre tesi aggiungono anche l’idea di gioco.
Qualcosa di profondo e importante è incominciato quando gli esseri umani si
sono liberati dall’intensissima e necessaria lotta per la propria sopravvivenza
e si sono aperti a una attività di pura libertà che, alla fine, è inutile. Non
è, infatti, la produzione di qualcosa, ma è veramente l’arte dell’incontro con
se stessi e gli uni con gli altri. In questa prospettiva vediamo come lo sport
— che può sembrare una attività propria della contemporaneità, con l’interesse
che ne accompagna riscoperta e bisogno — in fin dei conti è una esperienza
molto antica, che ci accompagna da sempre, dagli albori della civiltà.
Cosa “offre”
lo sport alla persona?
Lo sport offre
all’essere umano la capacità di guardare dentro se stesso, diventando così più
consapevole di se stesso e anche più consapevole nell’incontro con gli altri.
Proprio quell’arte dell’incontro — che Papa Francesco ci esorta in
continuazione a praticare — la vediamo vissuta in modo splendido, gioioso,
libero nello sport.
La Giornata
indetta dall’Onu fa esplicito riferimento a uno sport che sia per la pace.
Lo sport porta
anche una visione di pace. Papa Francesco ricorda molte volte che, nella
situazione sportiva, noi capiamo che l’altro non è un nemico, non è un
avversario, ma è un alleato. Senza gli altri non riusciamo a giocare la grande
partita della vita, a correre la grande maratona della vita. E nella piccola
partita di ogni modalità sportiva capiamo che la presenza dell’altro è uno
stimolo, una sorta di sfida positiva che ci fa crescere, maturare fino a
superare noi stessi. Il superamento di se stessi è più importante della
vittoria sugli altri.
of encounter in the
marathon of life
On L'Osservatore Romano the
interview with the Cardinal Prefect of the Dicastery for Culture and Education
on the UN Day of Sport for Peace and Development: it is not only a technical
and competitive experience but an integral one, because the physical is not
separated from the other dimensions of human interiority. Sport, vehicle of
humanity, values and culture. Tortu: strength lies in teamwork
by Giampaolo Mattei
On the occasion of the International Day of Sports for Peace and Development, called for 6 April by the United Nations, Cardinal José Tolentino de Mendonça, Prefect of the Dicastery for Culture and Education, presents the Holy See's 'sports vision' in this interview.
In the Apostolic Constitution
Praedicate Evangelium Pope Francis refers to sport in Article 154, entrusting
its care to the Dicastery for Culture and Education. A novelty that assigns
sport a special value.
The Pope's recognition of sport is
very significant, not only as a playful activity, capable of uniting millions
of people of all ages and cultural backgrounds, but above all as a great
experience of the human. Inside sport there is an experience that is not only
physical, technical, competitive. But also a truly integral experience, because
when a person trains physically, he cannot do so if he does not, at the same
time, take care of other dimensions of his interiority, of his own life. If he
does not listen in depth to what he really is. Pope Francis has grasped this
message in all its depth and we see this in the repeated importance he attaches
to sport and also in the establishment, during his pontificate, of Athletica
Vaticana.
Sport is culture and a great school
of life.
Today we recognise that sport is a
cultural expression. There is the beautiful thesis that civilisation is born
from caring for others. It was born from caring for others. When, that is, from
not caring for others, if not also being a fierce competitor for survival,
mankind began this long trajectory of solidarity and caring for the weakest:
there, at that moment, culture was born. Other theses also add the idea of
play. Something profound and important began when human beings freed themselves
from the very intense and necessary struggle for their own survival and opened
themselves up to an activity of pure freedom that, in the end, is useless. It
is not, in fact, the production of something, but is really the art of
encountering oneself and one another. From this perspective, we see how sport -
which may seem to be a contemporary activity, with the interest that
accompanies its rediscovery and need - is after all a very ancient experience,
which has accompanied us since time immemorial, from the dawn of civilisation.
What does sport 'offer' to the person?
Sport offers the human being the
ability to look inside himself, thus becoming more aware of himself and also
more aware in his encounters with others. It is precisely that art of encounter
- which Pope Francis continually exhorts us to practise - that we see lived out
in a splendid, joyful, free way in sport.
The UN Day makes explicit reference
to a sport that is for peace.
Sport also brings a vision of peace.
Pope Francis reminds us many times that in the sporting situation, we
understand that the other is not an enemy, not an adversary, but an ally.
Without the other we cannot play the great game of life, we cannot run the
great marathon of life. And in the small game of every sport we understand that
the presence of the other is a stimulus, a sort of positive challenge that
makes us grow, mature to the point of overcoming ourselves. Overcoming oneself
is more important than winning over others.
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